Petzl South Downs Way 100 - Eastbourne UK

Correre una 100 miglia, è sempre un avventura. Questa volta, forse, lo è stato ancora di più!

SDW 100, era già in programma l'anno scorso, poi la fortuna di essere sorteggiato alla WS e quindi avevo messo da parte l'Inghilterra. Ma a Novembre, ad iscrizioni aperte, ci ho messo poco a convincermi: target 2013 South Downs Way 100, e con Massi che si è subito aggregato, si componeva il team definitivo.


Ci sono arrivato preparato, da dicembre/gennaio ho tenuto una media ottima, continuando sulla falsariga di quello che avevo fatto l'anno scorso: pochissime gare, tanti chilometri e qualche uscita lunga. Anche quest'anno le gambe mi hanno aiutato, nel senso che nonostante i carichi sono rimaste sane e salve. Forse ho anche spinto qualcosa in più sul ritmo, e a Monteregio Eco Trail ho capito che un minimo di velocità me l'ero messa da parte: in vista di una gara molto corribile, una bella iniezione di fiducia.

Insomma, sono arrivato a fine maggio con tre uscite da 40/50 km ed una da 80 km nell'ultimo mese andate a meraviglia. Due settimane di riposo assoluto, i massaggi del grande Bruno ed ero pronto a partire.

Giovedì, vigilia della partenza: vado a prendere mio nipote all'asilo e mi arriva un sms di Easyjet "Volo cancellato per sciopero". Nooooooooooooooo! A casa di corsa e riprenotiamo per il volo delle 7:00 del mattino, partiremo prestissimo, pazienza. No, posti finiti, riprenotiamo per le 23:00. Ok andata, anche se arriveremo all'albergo alle due per svegliarci alle quattro. Che sfiga!

Andiamo a teatro con Massi e Barbara, mangiamo qualcosa e poi un altro sms: cancellato anche l'altro volo, tragedia. E ora? Niente teatro e a casa a trovare una soluzione.
Guardiamo in lungo e in largo, ma la soluzione aereo ci verrebbe a costare un patrimonio. Ad un certo punto MC mi dice "Vabbè, sai cosa possiamo fare? Mettiamoci in macchina e andiamo, chiediamo a Janpo se vuole venire anche lui così dividiamo la guida".
E' un idea folle, fare 1500 km in macchina la vigilia della gara, ma ancora più folle per lei che al ritorno dovrà probabilmente guidarsela tutta... Ma che altra soluzione c'è? Chiamiamo Janpo appena tornato da correre "Vieni in Inghilterra?" "Ma come? Così, adesso? Faccio la doccia e ci penso...". Dieci minuti dopo arriva l'sms "Passate a prendermi", lo sapevo che sarebbe venuto!

Bagagli, carico e a mezzanotte partiamo, passiamo a prendere Janpo ed inizia il viaggio. Alla fine tra risate e parole passa anche in fretta, arriviamo a Calais e ci imbarchiamo sul traghetto, poi altre quattro ore per raggiungere Winchester. Morale altissimo, finalmente ci siamo!

Gli atleti riposano sul traghetto
Posto fantastico, club house di un centro sportivo perso nella campagna, paesaggi magnifici. Entriamo e al ritiro pettorale James mi riconosce e facciamo due parole. Raccontiamo la nostra odissea e gli inglesi apprezzano il gesto. La mia cartina autoprodotta passa il controllo così come la borraccia collassabile. Ottimo, potrò correre leggero, anche se per giacca e tutto il resto servirà lo zainetto. Pazienza, bene così.
Checked in!

Dopo qualche altra peripezia troviamo il motel, è sull'autostrada ma è carino e pulito come un albergo a quattro stelle italiano. Con qualche stratagemma riusciamo a far entrare in stanza di straforo Janpo, doccia e poi dovremmo mangiare. Per andare in città ci vuole dieci minuti, il problema è poi cercare un posto e tornare al motel facendo mezz'ora per entrare dalla parte giusta... dai mangiamo qui alla stazione di servizio. Si, meglio, ma cosa c'è?



Burger King. Da manuale del perfetto ultramaratoneta, cena della sera prima, Burger Chicken with fries, doppia razione. Aaaaaargh!

Ritorniamo in stanza, prepariamo la roba, la crew decide i punti di incontro, e poi stravolti ce ne andiamo a letto. Altro che agitazione pre gara, appena tocco il cuscino piombo in uno stato di sonno profondissimo.
Ore 4:00 sveglia, guardo fuori e vedo il cielo sereno. Sono riposato e carico. Piano piano si fa strada dentro di me una sensazione fantastica, sto per mettermi sul sentiero per 100 miglia e svariate ore, mi sento alla fine di un viaggio ed all'inizio di un altro, pronto, tranquillo. Colazione (questa si, ottima con fette biscottate, miele e marmellata portata da Massi, ci aggiungo una banana e due tazze di te, più un caffè da sorseggiare in macchina) e andiamo.

La zona di partenza (photo www.centurionrunning.com)
Arriviamo a Chilcomb in tempo per sentire il briefing, c'è nell'aria l'elettricità tipica del pre gara, sui volti di qualcuno si vede l'agitazione, c'è chi scherza, chi sta in silenzio. Io mi prendo ancora un attimo e metto l'Ipod per ascoltare ancora una volta quella canzone... Poi è ora. Linea di partenza, al mio fianco Massi, abbiamo condiviso uscite, gare, serate, progetti, piani ed ora finalmente ci siamo, ultima stretta di mano e si va.



Giro di campo per sgranare, non esageriamo, ma stavolta cerchiamo di non rimanere incastrati e ci buttiamo nella campagna inglese. I primi chilometri sono di studio, Robbie Britton e Sam Robson partono subito decisi in un terzetto che va davanti, dietro un gruppo con una decina di persone e due ragazze, ancora dietro io ed altri due tizi, ciascuno cerca il suo ritmo, aggiusta il passo e la cadenza per una lunga giornata. Tutto ok, sto bene e vado tranquillo, siamo in mezzo a campi coltivati e stradine di campagna, viaggiamo abbastanza decisi ma non mi dispiace sciogliere un po'le gambe. Inizio a mangiare (un gel ogni mezz'ora) e dopo poco vedo MC, Barbara e Janpo fermi a bordo strada ad incitarci!

Terzetto di testa: Robbie Britton, Sam Robson e Ollie Stoten
Il ritmo mi sta bene, davanti a 100 metri vedo Massi con un gruppo che viaggia, io mi accodo a due ragazze che parlottano tranquille e vado avanti. Qualche indecisione a due bivi, ma le segnalazioni ci sono, bisogna solo imparare a leggerle bene. Passiamo un pub, un po'invidio chi ci passerà il sabato, un po'non mi cambierei con nessuno, sono dove volevo essere. In poco tempo siamo al primo ristoro, appena prima rivedo la mia crew che fa un tifo infernale. Bevo qualcosa, prendo un gel e riempio la borraccia d'acqua, tutto in fretta e senza interruzioni. Bene così.
Il Cinghiale...
ed il sottoscritto!
Sono con Massi, facciamo due parole, gli dico che il ritmo è alto, forse un po'tanto per una 100, ma anche lui mi dice di stare bene e di voler mettere fieno in cascina. Uno del terzetto di testa è già scoppiatino, nella salita dopo recuperiamo Sam Robson infortunato che cammina: a questo punto Robbie dovrebbe essere in testa da solo, al 15mo miglio circa. Per il resto non so, vedo davanti a me un gruppo da quattro/cinque a cui si aggrega Massi, io sono abbastanza solo finchè non mi raggiunge una delle due ragazze con passo spedito. Parliamo un po' anche se faccio fatica a capire l'accento kiwi, mi dice di aver fatto parecchie ricognizioni percorso e sa bene cosa ci aspetta; viaggia con un ritmo continuo ed invidiabile, mi sembra determinata e sicura, che personaggio. Sbuchiamo in cima ad una collina erbosa fantastica, tanto che Massi da 200 metri avanti si gira a braccia aperte esaltato a chiamarmi! Due chilometri e siamo al secondo ristoro, in un parco magnifico, Queen Elizabeth Country Park. MC e Janpo mi chiedono cosa voglio, prendo dei gel e pastiglie di sali, una borraccia di GU Brew e riparto subito, sto bene, mi dicono addirittura che siamo nei primi dieci!
Pronti a tutto: la meglio crew!
Solo contro tutti
Appena usciti qualche indecisione ad un bivio, arriva anche Massi e ripartiamo insieme, dico nuovamente che secondo me stiamo andando fortino, ma effettivamente stiamo bene, lui soprattutto e quindi avanti così. C'è una bella salita corribile ed il Cinghiale è nel suo terreno, sale deciso e con il gruppo davanti li lascio andare, sento di dover gestire e rallentare. Bosco magnifico, sto bene, ma mi sforzo di stare tranquillo, specie in discesa, per non crollare fra tre/quattro ore. Lascio andare il gruppo davanti ma rimango a tiro, al terzo ristoro arrivo che sono tutti ancora lì. C'è l'anguria!!! Magnifico, inizio ad essere stanco ed accaldato, forse sono anche un pelo disisratato visto che comunque fa caldino e c'è tantissimo vento. Quindi anguria, Coca Cola un gel in tasca e via, ripartiamo tutti insieme tra pause pipì e altro. La distanza inizia a farsi sentire, mi sforzo di correre bene e senza strafare, sulle salite recupero terreno, ma capisco che devo iniziare a camminarle per non forzare. In cima ad un saliscendi vedo Massi sulla salita seguente che se ne va deciso con la ragazza, Jean. Mi esalta, anche se uno sforzo così adesso è un aqzzardo, è alla sua prima 100, ma lui è il Cinghiale, risparmiarsi non è nel suo vocabolario! Altro bosco, bello. Mi sforzo di tenere il mio ritmo, correre bene e continuo, davanti ho l'irlandese Martin Rea, so che è un nazionale di 100km, mi chiedo se non sto esagerando ma dopo un gel ed un po' di acqua sto bene, tanto da arrivare a raggiungerlo: in poco tempo siamo ad un incrocio, c'è James che mi dice che sono settimo e che sto andando benissimo, ad attendermi ci sono Janpo, MC e Barbara, decido per una sosta lunga.
Massi, in piena estasi agonistica
Cambio calze con spalmata di Mustela, specie tra le cosce dove iniziavo a sentire fastidio, pieno di gel e sali, un po'di frutta fresca, coca cola ed una borraccia di Recovery Drink (alla fine scoprirò che era acqua sporca perchè si era miscelata male... effetto placebo). Mi dicono che Massi è passato terzo alle calcagna di Jean e a otto/nove minuti da Robbie: grande Cinghiale!
Coke, please!
Mi passa un po'di gente ma lo stop ci voleva, riparto in salita camminando per digerire tutta la roba che ho buttato giù e poi inizio a corrichiare con un ragazzo simpatico che scopro essere canadese, Toby. Finalmente un break mentale, mi ci voleva; parliamo del più e del meno, corse, vita ed insieme maciniamo chilometri alla nostra andatura. Non molliamo, ma non forziamo neanche senza senso, il gruppo davanti è a trecento/quattrocento metri, e comunque sia so bene che devo seguire il mio passo, siamo al miglio 35, ho paura delle prossime 10 miglia perchè alla WS erano state le più dure da passare, quindi sto molto attento a mangiare, bere e sali. In fondo ad una discesa attraversiamo la strada, e chi vedo parcheggiato? Siiii, il mio pacer Andrew!
Abbraccio, due parole e riparto contento, dentro di me so cosa vuol dire avere un pacer, ed ancora di più un amico con cui ho condiviso il momento più duro dell'UTMB e l'avventura WS. Sono rinfrancato, riprendo Toby ma la strada qui sale finalmente decisa, ed in salita ho un passo diverso dagli altri: in un chilometro riprendo anche i tre davanti ed arriviamo insieme al ristoro di Bignor Hill. Sono carico, aver visto Andrew mi ha esaltato, le ultime 50 miglia mi fanno meno paura, sto bene! Mangio tre albicocche, gel, coca cola e riparto veloce, c'è una salita: la ragione direbbe di camminare e resettarmi, invece provo a correrla per vedere se riesco a staccare il gruppo e correre un po'da solo. Tengo duro e fino in cima vado a passo spedito poi allungo in un pianoro dove vediamo le prime pecore, al cancelletto (l'ennesimo di una serie infinita) vedo che ho dietro Toby, e la cosa tutto sommato mi fa piacere, ma nella lieve discesa che segue lascio andare le gambe ed arrivo in fondo con un po' di distacco.
Campagna inglese
Attraversamento di strada, c'è Andrew, mi dice che sto bene, vado alla grande e sono ora in quarta posizione. Un po'mi fa piacere, un po' cerco di dimenticarmelo subito, perchè dal miglio 45 alla fine c'è un eternità, può davvero succedere di tutto. Passo un gruppo di scout poi in mezzo ad un paesino, la mia crew: chiedo sali e dico loro di fare il tifo per Toby che mi segue.
Toby Froschauer, the cool Canuck!
Attraverso dei campi e all'incrocio dopo ecco la mia crew fantastica che mi allunga i sali, c'è anche Andrew e vado via deciso. Una sterrata in lieve salita, qualche dubbio di percorso, ma mi dico di stare calmo e tranquillo e pensare a correre. Saliamo in cresta, paesaggio da favola sulle colline, corro bene, non vedo più Toby ne gli altri, ho fatto un pochino di vuoto. Il vento soffia alle spalle, fa caldo, ma si sta benissimo e si avvicina la metà gara. Ad un certo punto vedo davanti un ungulato che parla con due volontari, siamo al ristoro del 50mo, ma Washington, dove mi aspettano crew e pacer è a sole 4 miglia, decido di riempire solo la borraccia ed andare all'inseguimento del Cinghiale. Che invece mi sbuca da in mezzo al bosco, il ristoro era appena dietro in un parcheggio! Oh, finalmente due parole e ci facciamo un po'di analisi: stanchi, muscoli provati, qualche accenno di crampo tenuto a bada, ma siamo al 50mo miglio in meno di otto ore, siamo andati alla grande. Ci facciamo in compagnia la strada fino a Washington, per andare alla Aid Station c'è un breve in & out e vedo Jean con la sua crew che esce. Complimenti ed incitamento reciproco ed arriviamo alla Aid Station.

Robbie Britton, tranquillo ed in controllo a Washington
Atmosfera incredibile, entriamo e tutti applaudono, stelle e strisce dappertutto (Washington come Washington DC, capirò poi da lucido). C'è Andrew pronto a partire, mi dice "Don't overcook it!", ha ragione, bisogna stare tranquilli, ma sto bene. Ci sono Mari e Janpo, sono prontissimi. Cosa devo fare? Prendere la frontalina. Ok. Gels. Ok. Sali. Ok. Coca Cola e fragole fresche, io ci sono, non voglio fermarmi troppo. Ringrazio tutti, è stata una carica pazzesca ed esco con Andrew.
Io ed il Cinghiale all'arrivo a Washington
Mi chiede informazioni su come voglio gestire il tutto e poi iniziamo a parlare del più e del meno. E'una sensazione fantastica: sono al 55mo miglio, sto bene, c'è il mio amico Andrew a farmi da pacer, il paesaggio si fa sempre più bello. E sono terzo, anche se non ci penso perchè so bene che la gara è lunghissima e dietro ho gente forte e con esperienza.
E difatti salendo sul crinale mi giro e vedo il Cinghiale con Janpo a fargli da pacer che stanno recuperando. Mi lascio andare a gesti osceni di benvenuto, ma nella discesa seguente non mi raggiungono, strano. Comunque sia mi lascio andare, il vento alle spalle aiuta non poco, vedo la mia crew, Maria Carla è esaltatissima, dice di vedermi bene, che sto andando alla grande ed è una bella iniezione di fiducia. Arriviamo a Botolphs, aid station fantastica, acqua addosso e tre bicchieri di Coca, mezza pesca ed un po'di arancio (frutta fresca forever) ripartiamo e spero in una bella salita che puntualmente arriva. Andrew mi dice che sto andando veloce, secondo lui sto recuperando su Jean, ma non ci penso neanche, mi sembrava davvero in grande giornata. Attraversiamo pascoli bellissimi, ci sono milioni di cancelletti, ma il mio pacer li apre tutti per me, mi sento un re.
Course marking
In discesa vado ancora deciso, siamo a Saddlescombe Farm, solita routine di frutta e Coca Cola, uscendo dalla AS incontriamo anche Massi e Janpo che stanno tenendo il passo, mi sembrano in ottima forma!
Pyecombe, MC e Barbara, solito supporto ma non ho bisogno di niente se non sali che sto mangiando in continuazione per tenere a bada i crampi. Sto bevendo, ma con il caldo ed il vento sudo moltissimo, oltretutto stiamo correndo tutto, i muscoli delle gambe sono davvero provati. Prima di arrivare al ristoro di Clayton Windmills vedo Jean davanti in un pezzo in salita. Sta correndo, ma piano piano mi avvicino. Faccio uno strappo ed al ristoro la raggiungo. C'è un vento incredibile, ma Coca Cola, arancio, gel e frontale dalla mia drop bag e riparto deciso, per vedere se riesco a fare un po'di gap. Uscendo dall' in & out vedo Massi, mi sembra stia bene e vada deciso, siamo tutti lì a due/tre minuti, ci sarà da ridere.
La logorante routine della crew: guidare, aspettare, preparare tutto e farsi trovare pronti! GRAZIE!!
Parto deciso, e con Andrew cerchiamo di forzare quello che le gambe ci permettono: trenta miglia davanti, ancora un eternità, non bisogna fare sciocchezze e siccome stiamo correndo in continuazione ho paura di un cedimento improvviso! Parliamo di famiglia e corsa, bambini, cancelletto dopo cancelletto Andrew mi dice che Jeanne è a distanza, stiamo andando bene. Finche' arriva un bivio: nessuna delle due strade è balisata, strano. Ok andiamo di qua, ha senso. No di qua no, di là. Vado io tu resta qui. Dopo venti minuti capiamo di dover tornare indietro. Non è il massimo della vita, ma tornati al cancelletto capiamo di aver ceffato l'incrocio meglio segnalato della giornata. Potere della conversazione. Oh fuck, mezz'ora andata.
Però la testa reagisce, siamo di nuovo sulla strada giusta, le posizioni perse pazienza, c'è una lunga discesa dove lascio andare tutto quello che ho ed entro in modalità "battaglia", mi viene l'occhio della tigre e sullo strappo seguente nel bosco anche Andrew fatica a starmi dietro. Arriviamo a Saddlecombe Farm, chiedo in che posizione sono e mi dicono quarto, sono contenti che abbia ritrovato la via. Ok, Massi è a cinque minuti, Jean parecchi di più, ma io sto bene e sono sicuro di poter arrivare in fondo, cosa capiterà lo vedremo andando. Pezzo scorrevole, entro nel bosco poi finalmente una salità lunga e continua. Vedo il Cinghiale davanti che cammina bene, ma sforzandomi un po'riesco a riprenderlo quasi in cima. Yes.
Massi ed il suo pacer Janpo a Southease
Abbraccio e facciamo due parole, era preoccupato quando ha saputo che mi sono perso, mi dice che ha provato a tenere Jean ma che ha un passo micidiale, sta correndo ogni salita, adesso è con una pacer e stanno andando decise. Massi sta bene, ha solo problemi con i piedi ed inizia un po' di nausea, la sua nemica numero 1. Però finora ok, e siamo già a 76 miglia.
Allungo un po' nel corribile dove le gambe tengono, mi sembra di viaggiare bene anche nel discesone cementato tra allevamenti di maiali, arrivo in fondo alla discesa, ci immettiamo in una sterratona e dietro di me vedo il Cinghialone che ha tenuto botta. Sullo sterrato allungo, mi sento bene, sto recuperando e sono ancora lucido e affamato, finalmente la mia crew! Alzo il braccio e urlo come un matto, mi chiedono come va. Dico loro che avevo passato anche Jean poi mi sono perso, ma che ora sto bene e sono cattivo. Maria Carla mi corre a fianco fino al ristoro dove mi fermo giusto mezzo secondo a riempire la borraccia e riparto. Voglio vedere se riesco a staccare un po' Massi e quanto è davanti Jeanne, inizio quasi a credere di poterla prendere. Andrew mi dice che al ristoro aveva 5 minuti, e difatti passato un passaggio a livello, la vedo a metà di una salita bella tosta con la sua pacer. Cerco di mettemi sotto deciso e vedo che piano piano recupero terreno, finchè dopo l'ultimo tornante eccola lì.
La affianco quasi in cima, mi dice che era sicura che l'avrei ripresa (io per niente) e che ha cercato di avvertirci che stavamo sbagliando ma andavamo troppo decisi! Sul piano cerco di allungare senza voltarmi, poi delle salitine che se fossi solo avrei camminato, ma che mi tocca correre. Le gambe iniziano a far male, ma l'energia c'è ancora tutta. Andrew mi dice che stiamo guadagnando pian piano, è esaltatissimo dalla nostra corsa e mi trasmette grande positività.
Course marking
Pecore ovunque, bisogna correre come matti sulla cresta di queste colline magnifiche di gesso, paesaggio eccezionale. Un po'di paranoia per il percorso, ora ho il terrore di sbagliare di nuovo, sento un po'di pressione, inizio a pensare che mi piacerebbe arrivare una volta sul podio, poi lascio andare tutti i pensieri e mi godo la corsa e la compagnia.
Scendiamo ad Alfriston, le gambe vanno ancora in una discesa cementata, sono sicuro che qui sto tenendo botta e ci infiliamo nel ristoro del 91mo miglio, dentro una chiesa splendida di legno. Avocado, mango, pesca e Coca Cola a nastro, Andrew è al bagno ma io inizio ad andare, non voglio perdere tempo. Finalmente lo stimolo a far pipì, era da stamattina che non la facevo. Sono tranquillo, ho bevuto un sacco, sarà tutto ok: invece esce una cosa rossastra scura come la notte. Ahi ahi, altro che disidratato, questo è sangue. Un po' mi preoccupo, ho paura di crollare adesso, o peggio ancora di farmi del male ai reni, ma Andrew mi tranquillizza dicendo che è solo mioglobina dovuta alle contrazioni eccentriche dei muscoli: insomma troppa corsa, con acqua e riposo domattina sarò ok. Mah.

Nel dubbio bevo parecchio, la strada sale nel bosco fantastica, raggiungiamo un plateau tra le pecore ed è oramai ora di mettere la frontale. Discesa e raggiungiamo un paesino, qui ci dovrebbe essere l'ultimo ristoro, Jevington. Ed invece no, si risale su una salita continua che cammino tranquillo, voglio vedere chi è che corre qui! Sbuchiamo di nuovo su un plateau poi le indicazioni ci mandano tra i prati, sbuca un trigger point roccioso e guardando sotto di noi vediamo Eastbourne: ma allora abbiamo saltato l'ultimo ristoro, oramai siamo quasi all'arrivo! Mi si riempie il cuore, riconosco la deviazione che ci porterà in città e corriamo decisi nel bosco fino a spuntare sull'asfalto. Si fa strada la sensazione che anche questa volta ce l'abbiamo fatta, portiamo a casa la gara... Un po'penso che in questo momento sono secondo in una 100 miglia, mai successo. Ma non faccio in tempo a pensarci troppo che vedo una frontale davanti a me ad un incrocio che punta nel buio... E' Maria Carla: alzo il pugno e mi lascio andare ad un urlo all'americana, mi viene incontro sorridendo e mi dice che era sicura che avrei ripreso anche Jean! Gioia pura, ma adesso la stanchezza cala improvvisa. C'è ancora tre chilometri lunghissimi in città, supero un balisatore e guardo l'orologio, siamo a sedici ore e venti, assurdo ed incredibile, sotto il record della corsa, un tempo che mai avrei pensato di poter anche solo avvicinare.
Giri, rigiri e finalmente ci siamo, compare il campo di atletica del college. Una pacca sulle spalle ad Andrew, è stato formidabile, non ho parole per ringraziarlo, ma anche lui è contentissimo: un grande amico prima che un grande runner. Ultimo giro, mi godo le sensazioni, ultima stretta di mano e poi l'arrivo. James mi mette la medaglia al collo e tutto lo staff viene a complimentarsi, anche Robbie Britton che ha stravinto con un tempo allucinante. Abbraccio con Barbara e Maria Carla, e finalmente mi godo il fatto di non dover più correre, posso finalmente stare fermo!
James Elson, l'organizzatore, io ed Andrew. (photo www.centurionrunning.com)
Sono stravolto, ma felicissimo, non riesco a smettere di sorridere. Entro al caldo e finalmente mi siedo e bevo un tea caldo. Aaah, relax. Ma ecco che arriva un altro runner, tutti fuori: è Jean, solida come una roccia, terza assoluta e record femminile demolito di circa due ore e mezza. Che roba! Mi congratulo con lei che ringrazia MC e Barbara per il tifo che le hanno fatto tutto il giorno (così come aveva fatto anche Robbie): grandi.
Jean Beaumont, awesome performance! (photo www.centurionrunning.com)
Altro tea, mi copro, ed ecco che arriva qualcun'altro: tutti fuori, sono due tizi locali che avanzano ad un passo allucinante, sembrano appena partiti, incredibile. Terzi a pari merito, hanno fatto un recupero micidiale... Ma dopo dieci minuti eccolo qui, sbuca lui, il grande Cinghialone: prima 100 miglia chiusa in 17:11, con le ultime due ore fatte senza toccare cibo e lo stomaco a puttane. Finalmente ci abbracciamo, è l'arrivo di un viaggio durato ben più di 100 miglia, siamo felicissimi. Rientriamo, doccia, Massi piano piano sistema lo stomaco, vediamo un po'di arrivi e poi ce ne andiamo a dormire. Saluto Andrew che ha trovato un passaggio per tornare a Washington, James e lo staff e via in albergo.
Great runner + good friend: the best of pacers. Thank you Andrew!!!
Sul lungomare e c'è un po' di tipico spaccato di vita inglese con rissa tra due slappers sedata dalla polizia, ma ben presto si chiudono gli occhi e nonostante il mal di gambe, mi faccio un bel sonno ristoratore.
Al mattino faccio due passi sul lungomare, gambe, ovviamente, di marmo, ma sto bene. Colazione all'inglese e poi passiamo a salutare James ed il suo staff: hanno organizzato una gara incredibile, perfetta. Tra volontari ed addetti è stata una giornata fantastica, difficile ringraziarli abbastanza.

Si riparte ed in due orette siamo a Dover: traghetto, dove mi filmano mentre arranco nel parcheggio e per salire le scale, e poi ci concediamo fish and chips a bordo con una bella IPA. Non esattamente il sunday roast che avevamo sognato se non ci avessero cancellato il volo, ma va bene uguale.

Sbarchiamo in Francia e ricomincia il viaggio. Io e Massi siamo abbastanza fuori uso, guideremo soltanto un pezzetto verso casa, si dividono la guida Janpo (che si è anche fatto 60 km da pacer) e Maria Carla con l'aiuto di Barbara come navigatrice (dopo che si sono fatte 300 km per seguirci nei vari punti). Tra soste (poche) e risate (tante) siamo a Genova alle quattro. Al mattino alle otto sono già attivo: le gambe vanno miracolosamente meglio, riunione e poi a mezzogiorno sono davanti al PC.
Stanco. Assonnato. Dolorante. Ma con la mia bella fibbia nuova che dice ONE HUNDRED MILES IN ONE DAY ed una borsa piena di ricordi. Felice, di aver corso 100 miglia, di aver fatto la pazzia di essere andati in macchina, di aver condiviso con Massi e Barbara e con la mia crew (Janpo e MC), che non ringrazierò mai abbastanza: spero solo di poter contraccambiare presto...
Questo dice la classifica. Genova on the rampage.

Materiale utilizzato:

T-Shirt Capilene 1 Patagonia, sempre la stessa da inizio a fine. Al mattino per le prime due ore e alla sera l'ultima ora, ho messo i manicotti Compressport, comodissimi. Shorts, i fidati The North Face Agility con tasche per infilare i gel e le cartacce, sempre ottimi. Calze Smartwool Micro Crew e dal 35mo Drymax Trail Lite Micro Crew, fantastiche, sono arrivato coi piedi praticamente integri.
Scarpe Brooks Pure Grit II, con cui mi sono trovato benissimo, all'altezza della prima versione.
Visiera Compressport in testa dall'inizio alla fine.

Zaino, ho usato la vestina HPL 028 e per bere la borraccia a mano Nathan Quickdraw, continuo a pensare che sia la scelta migliore perchè mi fa bere con continuità e si riempie facilmente.

Nello zaino avevo giacca Adidas (non usata) visto che veniva richiesta giacca impermeabile nastrata, qui avrei potuto portare qualcosa di meno ingombrante, ma costano i gusci e questa l'avevo trovata a € 29 all'Outlet! Frontale Petzl E-Lite d'emergenza, e dal 75mo Frontale Petzl MYO (accesa nell'ultima ora). Tra l'altro la Petzl era sponsor ed ho visto le nuove Tikka... Spettacolari e meno ingombranti della NAO pur avendo lo stesso sistema.

Per il materiale obbligatorio: cartina autoprodotta partendo da OSM in due fogli A4, minimo ingombro. Fischietto, minibussola (grande come una moneta da 20 cents), telo termico, borraccia collassabile (tenuta sempre vuota, era per fare il litro obbligatorio). Tutto mai toccato.

Mangiare: 32 gel GU gusti vari ed assortiti (Banana Strawberry però resta il numero 1), rigorosamente ogni mezz'ora anche quando lo stomaco mi mandava afareinculo. Tre recovery drink For Goodness Shakes (al 35mo, 54mo e 80mo miglio), il primo mi è stato detto poi che non era mixato, quindi puro effetto placebo. Due borracce di GU Brew all'inizio ed almeno 10 d'acqua pura (dopo un po' il GU Brew non mi andava più). Una ventina di pastiglie Saltstick, praticamente dal 40mo sentivo sempre i crampi in agguato e ne ho consumato a sfregio. Ottime.
Qualche litro di Coca Cola, che si può dire quello che si vuole ma è l'ultradrink per eccellenza (assieme al Ginger Ale che ho preso dove disponibile).
Qualche chilo di frutta fresca, fantastica, specie albicocche e anguria, con l'apoteosi del mango al penultimo.
In un ristoro c'era pure il sushi, ma non ce la facevo proprio.

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